martedì 14 marzo 2017

Biotestamento, aula vuota

http://www.huffingtonpost.it/2017/03/13/ddl-biotestamento-camera_n_15334164.html

Camera vuota per la discussione sul ddl biotestamento: solo 20 deputati presenti. Tempi si allungano


Di http://m.huffpost.com/it/author/gabriella-cerami

“È lunedì. E poi oggi non sono previste votazioni”. Un deputato, tra i pochi presenti a Montecitorio, si aggira in un Transatlantico deserto come lo è l’Aula, e si dirige in buvette per sorseggiare un caffè nel bel mezzo del dibattito sul testamento biologico: “Non fate circolare le immagini dell’Aula vuota, è normale quando c’è la discussione generale. È sempre stato così”, dice rivolgendosi ai cronisti. Sta di fatto che presenti nell’emiciclo della Camera, nel picco massimo di poltrone occupate, ci saranno state non più di venti persone su 630 deputati, a tratti si è toccato il numero minimo con dieci. L’attenzione sul caso di Fabiano Antoniani (Dj Fabo), che ha scelto di morire in Svizzera con l’eutanasia, sembrava aver risvegliato la politica sul tema del fine vita e invece la discussione è andata avanti stancamente, tra la noia dei presenti, per quattro ore. Diciassette in tutto gli interventi e, come è possibile vedere nelle immagini riprese da Marco Billeci, di Repubblica.it, c’è chi si distrae giocando con l’Ipad e chi con il cellulare. Nonostante le immagini parlino da sole, Roberto Giachetti non ci sta e invita “le autorevoli testate” a “concentrarsi di più sulla qualità del dibattito” piuttosto che farne “una traduzione esclusivamente numerica”. Eppure il risultato di oggi non è altro che un nuovo rinvio: due questioni pregiudiziali (Calabrò, Pagano) e quattro questioni sospensive (Gigli, Fedriga, Pagano, e Rampelli) da Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno determinato uno slittamento del voto in Aula.

Nel merito la proposta di legge si intitola “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” ed è stata presentata dalla deputata Pd Donata Lenzi. Nel testo non si legge la parola “eutanasia”, cioè non è prevista la possibilità di porre fine alla propria vita autonomamente con l’aiuto dei medici. Il provvedimento permette invece alla singola persona di enunciare, in linea di massima, i propri orientamenti sul “fine vita” nell’ipotesi in cui sopravvenga una perdita irreversibile della capacità di intendere e di volere. L’articolo 3 del testo - il più divisivo - prevede e disciplina le disposizioni anticipate di trattamento (DAT). Queste vengono definite come l’atto in cui ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere può, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Il dichiarante può anche indicare una persona di fiducia che lo rappresenti nelle relazioni con il medico e le strutture sanitarie. Il medico è tenuto al rispetto delle DAT che possono essere disattese in tutto o in parte dal medico stesso, in accordo con il fiduciario, solo quando sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione delle DAT capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita.

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 “È una proposta di esclusiva iniziativa parlamentare perché il tema non è da trattative di partito: il parlamento è chiamato alla sua funzione fondamentale di legislatore”, ha spiegato la relatrice Lenzi. “Si tratta - ha aggiunto - di una decisione difficile che va presa in un clima di ascolto reciproco e di serio confronto. La durezza della realtà è davanti agli occhi ma una buona legge non è quella sul caso singolo ma quella fatta con la testa e il cuore”.

Nonostante sia una legge più blanda rispetto a quelle presenti negli altri Paesi europei i dubbi in Parlamento sono tanti. Tuttavia, in linea di massima, pallottoliere alla mano, il testo alla Camera dovrebbe avere il via libera con circa 400 voti. Lo stesso capogruppo Pd Ettore Rosato ammette però che nella maggioranza ci sono divisioni: “La legge sul testamento biologico passerà in modo tranquillo alla Camera? Tranquillo è sempre un termine improprio ma noi andremo fino in fondo. In Ncd si lamentano? È un dibattito che non si è mai riusciti a portare in Parlamento, stavolta ci siamo riusciti e sono convinto che alla Camera ce la faremo”. Sul fronte opposto ci sono il Movimento 5 Stelle e Sinistra italiana che sono per una legge completa che preveda l’eutanasia, e l’Udc che al contrario, con Paola Binetti che si alza e prende la parola in un’Aula vuota, denuncia “il rischio eutanasico che attraversa l’intero disegno di legge”.

Aula vuota come anche rimane vuota la piazza. I Radicali indicono una manifestazione in concomitanza con la discussione generale. I partecipanti sono davvero pochi ma si fanno sentire: “Vogliamo adesso buone regole sul testamento biologico e continuiamo l’azione di disobbedienza civile anche per la legalizzazione dell’eutanasia”, dice al microfono Marco Cappato che il 27 febbraio scorso è andato in Svizzera con dj Fabo. Parla anche Mina Welby, la moglie di Piergiorgio che nei suoi scritti chiese ripetutamente che gli venissero interrotte le cure che lo tenevano in vita: “Vogliamo salutare questa giornata importante, in cui è iniziata alla Camera la discussione sul biotestamento, ma non ci facciamo illusioni, il rischio più grande è quello di un rinvio, oltre al rischio di vedere il testo svuotato dei suoi contenuti più importanti”. Per i Radicali, se la legge passa senza modifiche è comunque un passo avanti. Ma il rischio di modifiche o di slittamenti è dietro l’angolo. E il disinteresse mostrato oggi potrebbe essere un campanello d’allarme.

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