sabato 13 maggio 2017

7 opere di misericordia


Sette opere di Misericordia di Michelangelo Merisi da Caravaggio: analisi completa dell’opera


di Dario Mastromattei


· Pubblicato 7 gennaio 2016 · Aggiornato 21 febbraio 2017


Oggi ti parlerò di un importante ed elaborato quadro di Michelangelo Merisi da Caravaggio, il quale è conosciuto ai molti come Caravaggio. I lavori di questo artista hanno lasciato un’impronta importantissima nel mondo della storia dell’arte moderna.


Fortunatamente, gran parte dei dipinti di Caravaggio sono giunti integri fino a noi, dandoci la possibilità di poter studiare al meglio le caratteristiche della sua pittura. Il quadro di cui voglio parlarti oggi è intitolato Sette opere di Misericordia.


Leggendo questo articolo, apprenderai tutto quello che devi sapere a proprosito di questo dipinto di Caravaggio:


troverai, prima di tutto la storia del quadro, chi ha commissionato l’opera all’artista ed in seguito leggerai l’analisi stilistica del quadro, in modo tale da capire cosa significa misericordia per un’artista come Caravaggio e quali sono i punti fondamentali della vicenda dipinta.


analisi


“Sette opere di Misericordia” Caravaggio


Data di produzione: 1606-1607


Dimensioni: 390 x 260 cm


Dove si trova: Pio Monte della Misericordia, Napoli


Iniziamo prima di tutto dalla commissione delle 7 opere di misericordia: questo lavoro venne realizzato per l’istituto della Congregazione del Pio Monte, poiché, grazie all’intercessione di quest’ultimi (tra cui spicca il nome di Luigi Carafa-Colonna), lo stesso Caravaggio riuscì a scappare da Roma indenne, dato che era ricercato a causa di alcuni problemi che ebbe nella città.


Questo imponente lavoro di Caravaggio a Napoli, si trova precisamente a Pio Monte della Misericordia, pronto per essere ammirato dal grande pubblico; inoltre, nello stesso luogo, si può consultare il contratto che venne stipulato per la realizzazione di questo quadro (pagato 470 ducati) riguardanti le opere di misericordia spirituale.


Queste erano le informazioni preliminari del lavoro di Caravaggio Napoli; adesso passiamo all’analisi stilistica dell’opera.


Concentriamoci per un momento sul titolo dell’opera: stando al Vangelo di Matteo, sette sarebbero il numero di richieste fatte da Gesù per ottenere il perdono dei peccati ed accedere al Paradiso.


Le opere misericordia sono:


    Dar da mangiare agli affamati.
    Dar da bere agli assetati.
    Vestire gli ignudi.
    Dare rifugio ai pellegrini.
    Visitare i malati.
    Visitare i carcerati.
    Seppellire i defunti.


Nella composizione, le 7 opere di misericordia dipinte da Caravaggio, i protagonisti sono davvero molti, e seppur la scena possa sembrare in un primo momento confusa, in realtà ci sono diversi gruppi che si possono individuare.


Nella parte più alta della scena puoi notare la Vergine con il Bambino in braccio; la coppia è scortata da due angeli, appena visibili, i quali dominano dall’alto il quadro.


Nella prossima sezione dell’articolo effettuerò un’analisi Caravaggio, descrivendo i vari gruppi che popolano l’affollata composizione.


DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI E VISITARE I CARCERATI


“Dar da mangiare agli affamati”/”Visitare i carcerati” (particolare 1)


Le due richieste descritte nel titolo sono riassunte in una piccola scena visibile sul lato sinistro della tela.


L’uomo che si sta nutrendo dal seno della donna è Il protagonista è Cimone, il quale, secondo la storia, venne condannato a morire di fame all’interno del carcere.


Cimone riuscì a salvarsi però, grazie al nutrimento che gli venne fornito dal seno della figlia Pero (un’azione che incarna perfettamente il“dar da mangiare agli affamati” e “visitare i carcerati”); al termine della storia, Cimone venne liberato.


In questo particolare del quadro si può già intravedere la misericordia significato, ed inoltre si può notare l’eccezionale abilità pittorica di Caravaggio: guarda com’è riuscito a rendere realistica l’azione dipingendo il latte che sgocciola sulla barba di Cimone.


DAR DA BERE AGLI ASSETATI


“Dar da bere agli assetati” (particolare 2)


La seconda richiesta di Gesù, rappresentata sapientemente in questo lavoro (che costituisce uno delle più importanti opere di Caravaggio) è rappresentata da un uomo dalla pelle scura e poco illuminato, il quale si trova in secondo piano sulla sinistra della scena.


Dai pochi dettagli che emergono, si potrebbe identificare l’uomo con Sansone, ritratto nel momento in cui sta bevendo acqua da una mascella d’asino: questo particolare è stato estratto dall’aneddoto secondo cui, Sansone riuscì a sopravvivere nel deserto grazie al Signore, il quale fece sgorgare acqua dal nulla.



VESTIRE GLI IGNUDI E VISITARE GLI INFERMI


“Vestire gli ignudi”/”Visitare gli infermi” (particolare 3)


Queste due azioni sono racchiuse nella stessa scena, rappresentate dal piccolo gruppo di individui sulla sinistra della tela.


Facendo attenzione, puoi notare un cavaliere che sta donando un mantello ad un povero uomo ritratto di spalle (tale azione rappresenta “vestire gli ignudi”).


Per quanto riguarda la seconda opera di misericordia, si può far riferimento sempre alla stessa scena, dove il cavaliere è si avvicina all’uomo storpio sulla sinistra.


Cercando sulle fonti un cavaliere che abbia compiuto delle imprese del genere, questo è stato identificato con San Martino di Tours.



DARE RIFUGIO AI PELLEGRINI


“Dare rifugio ai pellegrini” (particolare 4)


La sesta azione di misericordia, la puoi individuare nel gruppo che si trova sulla parte più a sinistra di tutta la scena: qui si trovano due persone accanto al cavaliere San Martino di Tours.


Guardando con attenzione, proprio alla sinistra di Sansone, puoi scorgere un uomo intento a dialogare con un altro (che indossa un vistoso cappello), mentre indica un punto fuori dalla scena.


Accanto all’uomo con il cappello si intravede il profilo di un ulteriore inviduo che suggerisce di seguirlo: l’uomo con il copricapo probabilmente rappresenta un pellegrino.


A rendere più certa questa identificazione è la preziosa presenza della conchiglia sul cappello, il quale era un simbolo del pellegrinaggio a Santiago de Campostela.


SEPPELLIRE I MORTI


“Seppellire i morti” (particolare 5)


L’ultima opera di misericordia si trova sul lato destro della composizione accanto a Pero, la figlia di Cimone, dove si possono scorgere i piedi di un defunto.


Poco più a sinistra dei piedi si vede un uomo pronto a sollevare il cadavere per trasportarlo, mentre un altro lo accompagna con la fiaccola, che tra l’altro, funge da fonte di illuminazione per l’intera scena.


Nessun commento:

Posta un commento