giovedì 30 marzo 2017
la Saliera di Benvenuto Cellini, sintesi del pensiero manierista
L'amore si fa strada
⏰ A #Pinocchio dalle 17.00 su Radio Deejay...
Pariamo del libro "L'AMORE SI FA STRADA" di Emma Morosini con Andrea Ligabue: La straordinaria storia di un'anziana in pellegrinaggio: Da Lourdes alla Siria, passando per Santiago e Luján. Un viaggio lungo 33.450 Chilometri.
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mercoledì 29 marzo 2017
Carpe Diem (parola di E.Brizzi)
Da Jack Frusciante è uscito dal gruppo
Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo? .. Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi consenta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità. [...] Cioè uno dei fini ultimi è questa cavolo di serenità martoriata. E allora perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono in contro spontaneamente lungo la strada? La realtà è che mi trovo costretto a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e sovrappeso, cinquantenne soddisfatto.
Occidentalis Karma. Oriente e Occidente a confronto
http://www.miracolidelleondesonore.it/Pensiero_occi_orien/Pensiero_occi_orien.html
Analogie e Differenze Fra
Pensiero Occidentale e Pensiero Orientale
Secondo alcuni storici, il Pensiero umano si concretizza in due blocchi; quello Greco e quello Cinese. Il pensiero greco, e tutta la civiltà greca, hanno avuto come una esplosione diffondendosi per il mondo a causa di circostanze storiche che hanno favorito questo fenomeno. Infatti come sappiamo, Roma conquista la Grecia (come tanti altri Paesi attorno al Mediterraneo) ma per la Grecia, Roma aveva una stima e simpatia particolari; si sentiva soggetta al suo fascino tanto che per finire, a sua volta viene conquistata da essa (dalla Grecia) per quanto riguarda la cultura e lo stile di vita e l'arte in genere. Roma così, assimila tutti i concetti della cultura greca (inclusa la musica) che divulgherà in tutto il suo impero e più avanti, in tutto il mondo. Praticamente la civiltà nella quale noi viviamo quotidianamente, è una civiltà che deriva da quella romana e prima ancora, da quella greca.
E' curioso notare infatti, che nell'immaginario collettivo non si dice: la civiltà Etrusco-Romana, il che sembrerebbe giusto in quanto Roma e l'Etruria si trovano in Italia, ma si dice: la civiltà Greco-Romana e questo, assolutamente non è sbagliato ma giustissimo perchè Roma ha assimilato tutti gli elementi della civiltà greca e non di quella etrusca, che ancora oggi, per alcuni versi, è un mistero. Tra l'altro, personalmente vedo nel nostro recente passato, ossia nel periodo del colonialismo, come fosse uno degli ultimi eventi legati a questa politica di espansione, iniziata secoli fa con le conquiste romane.
Dall'altro polo del mondo invece, abbiamo un altro centro gravitazionale di alta civiltà e di alto e raffinato livello di Pensiero ossia la Cina, che viene chiamata: La Grecia d' Oriente. E' solo che il Pensiero cinese, a differenza di quello occidentale, sempre dovuto ad eventi storici complessi, ha avuto come un implosione mentre quello occidentale invece, come detto, una esplosione (è curioso tra l'altro notare che la parola Filosofia, è un termine che utilizziamo noi occidentali, gli orientali, per indicare la stessa cosa, usano altre espressioni)
Tuttavia, malgrado la grande diversità di stile di vita che esiste fra questi Paesi così lontani, l'essere umano è sempre l'essere umano e quindi, prima o poi, si ritroverà ad avere sempre gli stessi atteggiamenti di fronte a determinate circostanze e ad esprimere, anche se con parole diverse, le stesse considerazioni e gli stessi concetti.
Ora mi voglio divertire a confrontare e a paragonare concetti di pensiero che ritengo molto importanti, nel senso che dovrebbero alzare la qualità della vita nella gente, fra queste due culture e civiltà. Sono certo che questo servirà meglio ad integrare le civiltà in modo armonioso; molto meglio che non una coatta e forzata globalizzazione; suppongo che questo esercizio, aiuterà anche ad interiorizzare meglio il pensiero stesso, oltre che avvicinare le persone.
matita
Proverbi Cinesi
Grande è colui che non ha perso il suo cuore di bambino
Men-Cius
Commento: anche un grande poeta italiano Giovanni Pascoli, con altre parole, fa la stessa riflessione riferendosi al “fanciullino”
Il saggio può scoprire il mondo senza oltrepassare la soglia; vede senza guardare, compie senza agire
Lao-Tse
Commento: questo è assolutamente vero infatti il saggio conosce senza uscire di casa, vede senza guardare e compie senza agire perché, essendo saggio, la gente si rivolge a lui, gli chiede consigli e per fare questo, gli racconta senza imposizione o costrizione, situazioni anche personali che prima il saggio non conosceva pertanto, senza uscire di casa, alla fine, il saggio conosce tutto di tutti , ed essendo che la gente gli chiede consigli non sapendo come agire, lui li da e quelli “compiono” la sua volontà senza che il saggio abbia bisogno di agire o di intervenire direttamente o impartire ordini
Non temere di avanzare lentamente, temi solo di fermarti
Saggezza cinese
Commento: noi diciamo: chi va piano, va sano e lontano
Sapere ciò che si sa e sapere ciò che non si sa; ecco la vera intelligenza
Confucio
Commento: è curioso che Socrate dice qualche cosa di molto analogo quando sostiene che il saggio sa…..di non sapere.
Ripaga il male con la giustizia e il bene con la bontà
Lao-Tse
Commento: Una casa si costruisce dalle fondamenta e poi si arriva al tetto; è vero che il perdono sublima ogni cosa, però è anche vero che il malfattore deve smetterla di fare del male.
Nè l’avidità né l’abbondanza arricchiscono. E’ veramente ricco chi non ha debiti e felice chi è sano
Saggezza cinese
Commento: un grande filosofo greco, Epicuro, sosteneva che la vera felicità non è altro che pausa al dolore. Io credo che avesse ragione; una volta infatti ho sofferto terribilmente per un mal di denti quando, all’improvviso, questo mal di denti è sparito. La felicità che ho provato per questo, non era assolutamente paragonabile, alla felicità che avevo durante tutti quei lunghi periodi in cui ho vissuto senza il mal di denti.
Non potete impedire agli uccellini di volare sopra le vostre teste, ma potete impedirgli di fare il nido nei vostri capelli
Saggezza cinese
Commento: a volte infatti ci viene un cattivo pensiero, magari contro qualcuno; questo è umano, ma la persona saggia lo scaccia subito e non gli permette di svilupparsi tanto da diventare una montagna invalicabile.
matita
Facendo il confronto fra il pensiero Occidentale con quello Orientale, non possiamo assolutamente ignorare due personaggi assolutamente degni di rilievo: Platone e Confucio, due pilastri del pensiero e della filosofia, il primo occidentale (greco) e il secondo orientale (cinese) e anche di loro, considerare analogie e differenze. A parte la lingua, i vestiti, le località diverse, questi maestri del pensiero pur senza conoscersi, sono concordi nel sostenere, non solo che il vero saggio è colui che sa di non sapere ma anche, ad esempio, che la musica (quella vera ossia, quella bella) da un notevole contributo all’educazione del giovane, orientandolo verso tutto ciò che è retto, virtuoso ed onorevole. In effetti se già da ragazzini ci esercitiamo a distinguere una nota stonata da una intonata, una melodia bella da una brutta, svilupperemo il nostro giudizio critico in modo armonioso e completo ed in seguito, da adulti, sapremo meglio giudicare una cattiva azione da una buona, allontanandoci dalla prima automaticamente.
Questi due filosofi quindi, anche se provenienti da culture diverse, in fondo esprimono uno stesso concetto chiaro ed evidente perché anche Confucio diceva qualche cosa di simile, mi sembra nei Fiori musicali se non erro, in cui sostiene che la musica ingentilisce l’animo e induce il fanciullo ad orientarsi verso tutto ciò che è positivo e onorevole nella vita.
Della musica ne parlarono anche altri filosofi
Martin Lutero
Martin Lutero sosteneva che la musica non è un’invenzione degli uomini, ma un dono di Dio (soprattutto nell’ispirazione melodica), allo scopo di rallegrarli ed aiutarli a superare le quotidiane difficoltà della vita. Avendo parlato della musica, disciplina molto importante per questi personaggi, credo che ora sia una buona idea soffermarci un pochino su questo fenomeno chiamato musica, in tutte le sue parti ed aspetti ma….che cosa è in fondo la musica?
Elementi che formano la musica
La musica viene costruita con i suoni, i quali suoni si possono paragonare ai mattoni di una casa. Dalle cose informi offerteci dalla natura, effetti sonori di vario genere, casuali, che troviamo nella quotidianità della vita, l’uomo (il musicista) sa cogliere l’essenza di ciò che lo colpisce di più, per comporre. Utilizzando solo quei suoni che lo interessano e tralasciando gli altri, potrà realizzare belle melodie. Guidato dal senso del “bello” (facoltà assente nell’animale), lo scultore potrà estrarre dalle rocce informi, una statua; in tutto ciò non crea nulla, egli si limita solo a togliere quella parte di pietra che è di troppo, per dare le sembianze volute al restante della roccia e per il musicista, escludere quei suoni che non c’entrano, con la melodia che ha nella mente.
I sensi dell’essere umano
Anche per il palato e per l’odorato, più o meno è la stessa cosa. L’abile cuoco estrae quello che già c’è nella natura, solo quello che gli interessa, lo manipola ad arte e similmente farà l’esperto di profumi nel selezionare essenze soavi atte a deliziare narici delicate e, per il cuoco, palati difficili.
La Musicalità Nascosta Nell’Uomo
Molte persone, specialmente quelle che non hanno mai intrapreso studi musicali, sovente affermano un po’ per scherzo, un po’ sul serio, di esser negate per la musica magari solo perché non hanno la costanza di esercitarsi con qualche strumento. Non esiste niente di più errato! Tutti gli esseri umano sono dotati di musicalità; per coloro che non hanno mai studiato musica, la cosa riguarda solamente la capacità o meno di suonare uno strumento, o la conoscenza delle note sul pentagramma, ma a parte questo, portiamo in noi un bagaglio notevole di impressioni e messaggi musicali che risalgono fin dalla nostra infanzia
Le prime impressioni musicali
Quando una mamma ad esempio, per calmare il bambino di pochi mesi lo culla tenendolo in braccio e gli canticchia qualcosa all’orecchio, gli trasmette, già in quel momento, i primi elementi musicali: il ritmo nel dondolamento, e la melodia nella ninna-nanna sussurrata all’orecchio. Poiché sovente il bambino si tranquillizza, possiamo notare quanto sia grande e benefico il potere della musica.
Queste impressioni creano nel neonato una forma mentis musicale ben definita, che si amplierà a mano a mano che crescerà ed assimilerà nuove impressioni in quel senso.
Per chi volesse studiare questa disciplina ovvero la musica, secondo me sarebbe una buna cosa per lui/lei, incominciare a “riciclare” dai suoi ricordi sommersi (o disattivati per usare un termine informatico), tutte le melodie che in qualche modo sono state registrate nella sua mente, fin da quando era piccolo e canticchiarle, onde rinfrescare la memoria facendo così riaffiorare la musicalità che già è presente in lui/lei allo stato latente dopo, cominciare lo studio vero e proprio della teoria e di quello che è legato a questa arte.
Ricordo che quando frequentavo il Conservatorio e qualcuno suonava un brano in modo inespressivo, freddo e piatto, preoccupandosi solo di non sbagliare le note, il nostro insegnante lo riprendeva esortandolo a “cantare” mentalmente quello che stava suonando, in modo da rendere l’esecuzione più “musicale” e non da sembrare un robot privo di sensibilità (allora del computer, come viene chiamato oggi, si aveva una visione come di un qualcosa di altamente disumano e impossibile da conviverci quotidianamente).
Per tornare al tema e per concludere quindi, trovo sia una cosa interessantissima il fatto che in qualunque circostanza, due persone davanti ad un fatto o situazione particolari, non avranno mai una visione completamente identica, uguale in tutto e per tutto, ma ci saranno sempre delle varianti anche minime magari, ma le varianti ci saranno sempre. Lo possiamo notare infatti, nelle diverse civiltà apparse nel nostro pianeta, in cui troviamo tante differenze e, allo stesso tempo però, non troveremo mai delle opinioni o modi di vedere totalmente diversi. Ci saranno sempre dei punti di contatto, analogie, affinità ecc. Sarebbe davvero bello poter integrare, in modo armonioso e naturale, tutti gli elementi positivi...questo naturalmente, quando c’è una vera e sincera intenzione costruttiva.
I sommersi e i salvati
"I sommersi e i salvati" di Primo Levi: commento
Di Luca Ghirimoldi , Rachele Jesurum
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Presentiamo qui tre estratti da I sommersi e i salvati, che rappresentano i temi principali affrontati dall’autore nell’opera: la fallacia della memoria umana, la lotta interna al lager tra i prigionieri, in quella che Levi definisce “la zona grigia”, e il sentimento di angoscia e di vergogna che l’autore ha provato al momento della liberazione.
Nel primo capitolo, intitolato La memoria dell’offesa, Levi esprime la sua preoccupazione riguardo al ricordo della Shoah; poiché la memoria umana tende ad eliminare o modificare i ricordi con il passare del tempo, il terrore dell’autore è che anche la tragedia dei Lager possa, un giorno, essere dimenticata:
La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace. È questa una verità logora, nota non solo agli psicologi, ma anche a chiunque abbia posto attenzione al comportamento di chi lo circonda, o al suo stesso comportamento. I ricordi che giacciono in noi non sono incisi sulla pietra; non solo tendono a cancellarsi con gli anni, ma spesso si modificano, o addirittura si accrescono, incorporando lineamenti estranei 1.
Questa angoscia, che torna perenne in numerosi scritti di Levi, è giustificata dal fatto che la memoria dovrebbe portare con sé la conoscenza, e quest’ultima dovrebbe fare sì che il genere umano non ripeta gli stessi orrori del passato. Quello dell’oblio è un rischio che l’autore ha ben presente e che tratteggia con lucidità, sottolinenando sia i rischi della “lenta degradazione” della memoria sia quelli della stereotipizzazione del passato:
Si conoscono alcuni meccanismi che falsificano la memoria in condizioni particolari: i traumi, non solo quelli cerebrali; l’interferenza da parte di altri ricordi “concorrenziali”; stati abnormi della coscienza; repressioni; rimozioni. Tuttavia, anche in condizioni normali è all’opera una lenta degradazione, un offuscamento dei contorni, un oblio per così dire fisiologico, a cui pochi ricordi resistono. [...] È certo che l’esercizio (in questo caso, la frequente rievocazione) mantiene il ricordo fresco e vivo, allo stesso modo come si mantiene efficiente un muscolo che viene spesso esercitato; ma è anche vero che un ricordo troppo spesso evocato, ed espresso in forma di racconto, tende a fissarsi in uno stereotipo, in una forma collaudata dall’esperienza, cristallizzata, perfezionata, adorna, che si installa al posto del ricordo greggio e cresce a sue spese 2.
Per quanto riguarda “la zona grigia”, descritta da Levi nel secondo capitolo, si può affermare che essa rappresenta uno degli aspetti più importanti e agghiaccianti del libro. Levi ci svela infatti che l’animo umano, davanti a un attacco esterno di dimensioni annientanti come fu quello nazista, non scelse l’unione contro l’aguzzino, ma la cosiddetta “lotta tra poveri”. L’autore descrive così l’arrivo ad Auschwitz:
Si entrava sperando almeno nella solidarietà dei compagni di sventura, ma gli alleati sperati, salvo casi speciali, non c’erano; c’erano invece mille monadi sigillate, e fra queste una lotta disperata, nascosta e continua. Questa rivelazione brusca, che si manifestava fin dalle prime ore di prigionia, spesso sotto la forma immediata di un’aggressione concentrica da parte di coloro in cui si sperava di ravvisare i futuri alleati, era talmente dura da far crollare subito la capacità di resistere. Per molti è stata mortale, indirettamente o anche direttamente: è difficile difendersi da un colpo a cui non si è preparati 3.
Con l’ultima citazione da I sommersi e i salvati, analizziamo il terzo tema di cui Levi ci parla, quello della liberazione. Questo momento, sognato e sperato durante la reclusione, preludio di un ritorno alla vita, venne vissuto dalla maggior parte dei liberati con angoscia e vergogna:
Nella maggior parte dei casi, l’ora della liberazione non è stata lieta né spensierata: scoccava per lo più su uno sfondo tragico di distruzione, strage e sofferenza. In quel momento, in cui ci si sentiva ridiventare uomini, cioè responsabili, ritornavano le pene degli uomini: la pena della famiglia dispersa o perduta; del dolore universale intorno a sé; della propria estenuazione, che appariva non più medicabile, definitiva; della vita da ricominciare in mezzo alle macerie, spesso da soli. Non “piacer figlio d’affanno” 4: affanno figlio d’affanno. L’uscir di pena è stato un diletto solo per pochi fortunati, o solo per pochi istanti, o per animi molto semplici; quasi sempre ha coinciso con una fase d’angoscia 5.
Tornando alla vita, come ci spiega l’autore, si torna a percepire la realtà da essere umani, e non più da fantasmi disumanizzati, e tutto il dolore e l’umiliazione di quella esperienza crolla sui sopravvissuti, insieme alla vergogna di essere riusciti ad uscire vivi dal Lager, che porta con sè due domande ricorrenti: “a quale costo?” e “perché proprio io?”.
1 P. Levi, I sommersi e i salvati, Torino, Einaudi, 1986, p. 14.
2 Ivi, pp. 14-15.
3 Ivi, p. 25.
4 Si tratta di una citazione da La quiete dopo la tempesta (v. 32) di Leopardi dove, sulla scorta di alcune considerazioni contentue nella Zibaldone, il poeta sviluppava la tesi per cui il piacere è figlio della sofferenza. Qui Levi capovolge l’assunto leopardiano.
5 P. Levi, I sommersi e i salvati, cit., p. 51.
http://m.oilproject.org/lezione/vita-primo-levi-zona-grigia-sommersi-e-salvati-2881.html