venerdì 2 giugno 2017

Nepal: diario di viaggio

Diario di viaggio dal Nepal (26 maggio - 11 giugno 2016)

Ho deciso di scrivere un diario un po' anomalo. Dato che fare un resoconto mi risulta noioso.. E presuppongo anche leggerlo.
Dividerò il diario in "capitoli" di poco più di una pagina in cui descrivo qualche aspetto del Nepal, del volontariato e del mio mondo in generale..

Capitolo 1: I bambini

31 maggio 2016
Inizio con i bambini... Forse perché siamo appena tornati da Arughat, dove abbiamo partecipato all'inaugurazione  della scuola del posto, crollata dopo il terribile sisma dell'aprile 2015 e ricostruita in tempo record grazie ai fondi raccolti dall'associazione Sidare (con Ombretta), dal'alpinista Mario Vielmo, dal gruppo amici della montagna di Tolmezzo (rappresentato dal suo mitico sindaco Francesco Brollo, dalla dr.ssa Chiara Rocco e da suo padre, l'inossidabile Benito) e dall'associazione nepalese Friends of Nepal (creata da Nima e Beni, proprietari di una delle migliori agenzie di trekking nepalesi, la Cho Oyu Trekking).
La frase: i bambini sono il futuro, in paesi in rapido sviluppo come il Nepal, o come il Kenya vale molto più che in Italia.
Qui infatti, soprattutto fuori dalle città, sembra che lo sforzo della popolazione intera sia quello di far studiare i piccoli! Percorrendo le strade sterrate e scoscese del Nepal più rurale é impossibile non incontrare frotte di bambini che camminano in modo ordinato tra la polvere, con addosso le loro impeccabili divise, spesso completate da una cravatta.
A questo proposito voglio raccontarvi quello che abbiamo fatto al nostro  arrivo a Katmandu. 
Innanzitutto ci siamo dovuti rapportare a una città che, per quanto mi riguarda, era totalmente nuova. Sembra un gigantesco villaggio, come quelli che ho intravisto nelle strade impolverate del Kenya. Sommerso dalla polvere, immerso nel caos e ricco di attività che nel nostro mondo occidentale ci siamo quasi dimenticate o che, pur essendo nella sostanza le stesse che vediamo ogni giorno nella forma sono quasi irriconoscibili. 
Tra gli anfratti ricavati tra le case rapidamente rattoppate (secondo gli standard nepalesi, badate bene) dopo il devastante terremoto del 2015 si scoprono piccoli negozietti, falegnamerie improvvisate, saldatori, Fabbri, meccanici e improbabili negozi di tecnologia.
Il nostro hotel si trova vicino al l'immenso tempio buddista bouda stupa, nella zona tibetana di Katmandu. Dal terrazzo all'ultimo piano si gode di una vista stupenda su questa struttura che si erge in verticale, circondata da bandierine colorate che sventolano al vento mantra buddisti, racchiusa da un muro circolare che contiene un infinitá di cilindri che, fatti roteare dai fedeli mandano altre preghiere al cielo.
Grazie ai contatti, più o meno casuali di Ombretta, dopo aver fatto una colazione nepalese (che comporta l'inizio di quella che sarà una lotta impari contro la vendetta di Montezuma) usciamo in strada e, carichi di borsoni, prendiamo due Taxi verso una scuola nella  immediata periferia di Katmandu.
Qui i segni del terremoto sono più evidenti rispetto al centro, infatti si vedono molte case il cui piano superiore é in costruzione, appaiono come dei cubi con ai quattro vertici delle barbe di tondini di ferro, in attesa di essere riempiti di cemento, nella speranza che possano resistere alle future scosse. I ponteggi per accedere a queste strutture in divenire sono delle grosse canne di bambù, legate tra loro con funi di canapa. Diciamo che la sicurezza sul lavoro é un altra cosa.
Giunti alla scuola ci accoglie il preside nel suo abito gessato. La prima cosa che ci chiedono é un contributo economico, che al momento non possiamo dare. Con noi però abbiamo dei borsoni carichi di peluche e di vestiti che ci permettono di metterci in contatto con questo mondo a noi estraneo. 
La distribuzione avviene nell'aula di scienze e io mi perdo a osservare i poster che spiegano il ciclo vitale del plasmodium responsabile della malaria, la composizione del sistema solare, il corpo umano e la formazione geologica del Nepal. Il prof di scienze, con il sorriso sulle labbra tipico dei nepalesi ci spiega orgogliosamente che la tavola degli elementi di Mendelev che stiamo osservando é aggiornata, e così acquistano un senso gli elementi che ai nostri studi delle superiori erano sconosciuti.
A volte ho la sensazione che stiamo facendo qualcosa di sbagliato, che stiamo portando gli scarti della nostra società (sottoforma di vestiti che non usiamo più) per aiutare si, ma anche per mostrare inconsciamente la nostra superiorità.
Però poi ci rifletto e penso che questa é una visione occidentale della cosa, per gli orientali é molto più normale chiedere aiuto.. Così come darlo. Ed ecco che questo momento che nella mia testa ha un sapore neo coloniale e di supremazia diventa in realtà uno scambio di idee e di cultura. E forse Ombretta, in questo é molto orientale!
Questi miei pensieri ambigui sono interrotti improvvisamente da una emergenza! 
Le maestre ci chiamano al piano inferiore per  visitare un bambino che non sta bene. Chiara e Gessica scendono per prime e dopo poco le raggiungo. L'unica diagnosi che riesco a fare io é coma con GCS 8.. A me sembra che il bimbo raggiunga a malapena lo stimolo doloroso dopo averlo pizzicato! Per il resto non parla e non apre gli occhi. Chiara é meno preoccupata e probabilmente più lucida.. Un grande indizio lo danno le maestre con una ciotola di zuppa in mano... Il bambino é semplicemente e tristemente svenuto dalla fame! Dopo averlo nutrito con acqua e zucchero ricomincia ad aprire gli occhi e a mangiare, sempre più avidamente quello che gli viene messo in bocca: 3 piatti di riso , una zuppa e un numero indefinito di biscotti!
Quando le cose sembrano sistemate entra in stanza la mamma, visibilmente ubriaca. Il bambino appena percepita la sua presenza scoppia in un pianto inconsolabile. Purtroppo però non sono lacrime di felicità ma sembrano lacrime di terrore e di disperazione.
Grazie all'intraprendenza di Kabin, la nostra guida e interprete, veniamo a sapere che il bambino dorme fuori da casa, sul luogo di lavoro. Ogni mattina si sveglia all'alba per andare a cercare cibo per i maiali dello zio, ricevendo in cambio, quando va bene, un tozzo di pane. Quel giorno non aveva ricevuto niente in cambio, e probabilmente un semplice raffreddore  é bastato a stenderlo.
Ce ne andiamo così dalla scuola con un sapore agrodolce in bocca. Ma il giorno dopo orgogliosamente Kabin ci invia il link di un articolo che racconta la storia di Vijay, l'arrivo casuale di Sidare e speriamo un lieto fine: un posto migliore in cui crescere.
Anche in questo viaggio Ombretta é riuscita a seguire il suo dharma... Che per qualche giorno si é incrociato con il nostro!

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