dal sito http://www.lart9.com/
Il Museo universale: dal sogno di Napoleone a Canova. La nascita dell’idea del bene culturale, dalla rivoluzione alla restaurazione.
Una Mostra, quella che si sta concludendo alla Scuderie del Quirinale di Roma, curata da Valter Curzi, Carolina Brook e Claudio Parisi Presicce, che davvero vale un momento di riflessione.
In primo luogo è la dimostrazione che è possibile fare mostre di soli capolavori avendo un progetto scientifico alle spalle, e non accostando Van Gogh-Tutankhamon-Caravaggio (ved. Goldin); in secondo luogo va a raccontare al grande pubblico, con molta chiarezza, in che modo e quali conseguenze portarono le spoliazioni napoleoniche alla definizione giuridica e civile di “Bene Culturale”.
Nell’immaginario comune le spoliazioni napoleoniche vengono ancora percepite come il più grande saccheggio che l’Italia abbia mai subito nella sua storia: FALSO (abbiamo fatto quasi tutto da soli svendendo il nostro patrimonio).

Caduto Napoleone, gli stati vincitori, e quindi Stato della Chiesa, Ducato di Modena, Granducato di Toscana e Regno di Napoli dall’Italia, Ducato di Parma, Regno di Sardegna e Ducato di Parma si recarono a Parigi, con liste e inventari alla mano, e riportarono a casa la gran parte degli oggetti, solo una minima parte rimase in Francia, la maggior parte dei casi perché inviati nei musei periferici e non più rintracciabili. Antonio Canova, emissario dello Stato Pontificio, si scontrò con l’ostruzionismo fatto da Vivant Denon (già direttore del Louvre Napoleonico e poi del Louvre Reale) e arrivò al punto di entrare nel museo scortato dalle truppe Inglesi e prussiane.

Il primo piano della mostra racconta proprio del ritorno delle opere, in che modo furono selezionate dai francesi per il Museo Universale, e che destinazione ebbero una volta tornate.
Al secondo piano invece viene narrata la nascita della fortuna dei primitivi, cioè quei maestri del primo rinascimenti che sino ai primi anni dell’ottocento erano considerati “corrotti” e “senza maniera”. La riscoperta va a delinearsi proprio con il viaggio italiano di Denon nel 1811, nel quale andava alla ricerca proprio di quei pittori per dare una completa (e universale) genealogia alle collezioni francesi.
Consiglio a tutti di recarsi a vedere la mostra e, se qualcuno è più interessato, di leggere il catalogo, il quale delinea con chiarezza tutte le vicende da me solo accennate.
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